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Articolo

Una nuova, fortissima bancaria!

autore:
Alfonso Angrisani
19/01/2009
Premetto che non volevo farla, quest’anno, la Corsa di Miguel: sto diventando insofferente alle corse troppo affollate, a meno che non siano organizzate così bene da evitare ‘intasamenti’ (vedi quel gioiellino che è la Roma-Ostia, dove sono state pensate partenze scaglionate, stile NY).

Ma poi succede che la mi’ sora – Valeria, che sono responsabile, ed orgoglioso!, di aver fatto entrare nei bancariromani – mi telefona circa dieci giorni fa e mi dice che si è iscritta alla Corsa di Miguel e che questa sarà dunque la sua prima competitiva. Potevo mandarla da sola?

E così eccomi al nastro di partenza (si fa per dire: eravamo arretrati almeno cinquanta metri rispetto alla starting line) con Valeria ed altri amici.

Prima di partire, nonostante mia sorella sia una specie di Lara Croft (passato da istruttrice di equitazione, di free-climbing, canoista, ginnasta, ecc.), mi sento in dovere di avvertirla di non strafare alla sua prima gara: andiamo insieme, le dico, e se la massa di gente è troppa alla partenza mettiti dietro di me in fila indiana, che almeno (se necessario con qualche sana gomitata al mio prossimo un po’ troppo invadente) ti faccio strada.

Partiamo. Dopo neanche i primi cento metri mi giro e…nella marea umana non la vedo più: mi fermo, guardo indietro, niente…mi prende l’ansia, ma dov’è?

Comincio a correre a un passo medio, sapendo che lei corre circa 5’ a km (e mica male, per una neofita della corsa!).

Niente da fare, mi sta venendo il torcicollo, ma non la trovo: e se fosse avanti? Accelero: niente. Al quinto chilometro, mi decido: vado avanti, se non la trovo oltre, la aspetto al traguardo… a sto’ punto che posso fare? Maledette ste’ corse straaffollate, penso tra me, anche se devo riconoscere che è bella sotto il sole la fiumana di gente colorata che corre…

E, essendo partito molto piano, comincio allora a tirare, tirare, recupero, arrivo al 9° chilometro che sono ancora pieno di forze, tant’è che da qui in poi comincio a sprintare. Poco prima dell’ingresso dello Stadio incontro il francescano Pisanti (mio compagno di stanza a New York, francescano anche per questo) in compagnia della simpatica Barbara Cifani, li saluto e proseguo nel mio sprint.

Taglio il traguardo (47’27’’ real time 46’47’’ non male, per un vecchietto di quarantasei anni come me, indisciplinato negli allenamenti e simpatizzante “anarchico” del Metodo) e cerco con gli occhi la componente familiare.

Finalmente la vedo che arriva, taglia il traguardo con un grande tempo (51’13’’ real time 50’32’’: in classifica è decima delle bancarie e trentunesima assoluta della sua categoria!!!) e la cosa più emozionante per me è vederla con lo sguardo che sprizza felicità: in quello sguardo riconosco un po’ le sensazioni della mia prima corsa (che fu proprio Miguel!) e vi vedo la certezza che continuerà a correre.

Insieme ci facciamo largo tra la folla per andare a bere, la presento a varie persone, a tutti come uno stupido vado dicendo “E’ mia sorella, è molto forte, ed è alla sua prima gara con i bancari!” finché non incontro Joe Vasachiken che alla mia entusiastica presentazione replica con “Guarda, Alfo’ che se te ne vai dai bancari e ci lasci solo tua sorella ci fai un piacere!” . Che simpatico, un amore!!!!! Ma siccome so per certo che questo è il suo modo per manifestare un affetto non formale, ma sostanziale, gli faccio invece un gran sorriso e lui – a riprova del fatto che pensa esattamente il contrario – ricambia a sua volta con un sorriso e mi dice “Ciao bello, stai bene”.

Lo so, vi ho annoiato con una cronaca familiare della Corsa di Miguel, della quale in fondo ho parlato poco o niente…però, dài, chi ha un po’ di cuore mi perdonerà…e poi credetemi, io, segaccia della corsa, vi ho presentato una nuova, fortissima bancaria…mia sorella!

 

 

 

 

 

 

 
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